Tenevo molto a dare un mio modesto contributo per celebrare il centesimo anniversario delle Barricate.
In origine pensavo a qualche passeggiata narrativa, ben fatta. Sei mesi fa invece appresi che le istituzioni erano inerti (per fortuna che si è mossa la Cgil, con l’ ottimo programma Centenario Barricate 1922) e che sul fronte editoriale non era prevista nessuna pubblicazione organica incentrata sul tema, che rinnovasse quanto uscito negli anni scorsi e ormai introvabile.
Allora, siccome ero gasato dal successo della “Guida di Viaggio all’Oltretorrente”, mi sono buttato nell’idea di scrivere, assemblare e pubblicare una “Guida alle Barricate”, analoga per stile e contenuti al primo libro.
Ho coinvolto subito Lucio Rossi, trovando in lui il mio stesso entusiasmo, per un’operazione per me necessaria: tornare sui luoghi delle eccezionali foto storiche di Armando Amoretti per attualizzarle.
Benché siano foto arcinote mi ero accorto che per molti parmigiani era arduo se non impossibile contestualizzarle nei luoghi esatti, per via di come è mutato l’Oltretorrente dopo il piccone risanatore e gli interventi edilizi degli anni Cinquanta.
Man mano che progredivo nelle ricerche e nel documentarmi sul materiale storico, incontravo persone alle quali mi è venuto naturale chiedere una testimonianza scritta, ognuno su un aspetto peculiare delle barricate.
La Guida alle Barricate esce arricchita da questa pluralità di voci e voglio vivamente ringraziare: William Gambetta , Lorenzo Lavagetto, Francesca Speculati, Alberto Monguidi, Lisa Gattini, Andrea Rizzi, Giovanni Ronchini, Sofia Bonani.
E parimenti ringrazio gli artisti che hanno messo a disposizione la riproduzione delle loro opere: Giorgio Bordin e Stefano Brianti.
Un ulteriore ringraziamento lo debbo a Marco Minardi e Pietro Bonardi, per il tempo e il sapere che mi hanno dedicato. Ci sono altri ringraziamenti ancora, li trovate nel libro.
A un certo punto ho avuto come un’intuizione, che mancasse qualcosa, una prosecuzione delle barricate.
Allora mi sono preso il gusto di andare a Roma per vedere se vi fosse ancora qualche traccia di Guido Picelli. E con mia sorpresa ne ho trovate davvero tante, nascoste e solo da spolverare, ripigliando le carte di polizia dall’Archivio Centrale di Stato e andando a perlustrare i vicoli della Capitale, da Trastevere a Montecitorio, per riscontrarne la presenza. E qui cito con affetto il bar Capriotti a piazza San Cosimato.
(Avrei da aprire una parentesi su come la storia della sinistra, così importante per il nostro Paese, perlomeno per le classi popolari, sia nel complesso dimenticata nei segni tangibili, e rimanga affare solo per studiosi o nelle memorie personali).
La Guida alle Barricate è rivolta ai lettori e viaggiatori curiosi, è venuta anche meglio di come la avevo immaginata, con aspetti inediti o poco noti. Ci sono sette itinerari da percorrere, in città e fuori, per lasciarsi trasportare nel tempo e affascinare dal passato, per quanto duro fosse. Per una vittoria che non influì nel corso fangoso della storia, che non fermò l’instaurarsi della dittatura fascista. Però, vincenti per qualche giorno, vincenti per tutta la vita, come dice il poeta.
Non è, ovviamente, un’enciclopedia esaustiva sulle barricate; la ricostruzione politica è pennellata, sullo sfondo, per lasciare spazio al racconto di cronaca, al tentativo di descrivere i personaggi e i tratti della battaglia di quelle cinque giornate (2-6 agosto 1922) e della vita quotidiana.
Ora, chi si loda s’imbroda, e vorrei proprio evitarlo. Però sono un pizzico orgoglioso di aver restituito alla mia città, in un’occasione così importante, quel senso di libertà ribelle che ho sempre respirato e che tutti dobbiamo, in una certa misura, anche inconsapevole, ai valorosi Arditi del popolo delle Barricate.
Trovate la Guida alle Barricate nelle librerie di Parma oppure potete ordinarla online qui: https://viaggioinoltretorrente.it/acquistare/